Passare da 9 a X: sempre più difficile

Potrebbe sembrare un articolo di repertorio, eppure… Nel settore professionale il passaggio da 9 a X è stato difficile già a partire dal 2002 con Jaguar, ed ogni anno che passa lo switch si presenta sempre più impegnativo. Sembra incredibile, ma ci sono realtà professionali, specialmente nel settore grafico, che sono rimaste legate al vecchio OS di Cupertino senza mai avere il coraggio di affrontare il passaggio al più robusto Mac OS X.
Sono escluse da questo cerchio le attività che hanno acquistato un Mac dopo il giugno del 2004, infatti l’ultimo G4 permetteva ancora (proprio per i casi in questione) l’avvio nativo da Mac OS 9.2.2, nonostante Apple avesse annunciato la fine del supporto a Mac OS 9 già tempo prima, successivamente è rimasta la possibilità di emulare l’ambiente Classic fino a gennaio 2006 con l’introduzione dei Mac con processore Intel. Il colpo di grazia l’ha dato Leopard, eliminando del tutto Classic anche dai PPC.
Restano quindi con il problema di passare a Mac OS X tutti gli utenti che non hanno aggiornato il parco macchine dal 2004 e che sono legati ancora al vecchio Sistema Operativo.
Ormai è quasi impossibile utilizzare una periferica nuova con il Mac OS 9, c’è quindi un modo indolore per passare in maniera definitiva a Mac OS X?
La risposta è no, ma qui cercheremo di segnalare le cose da fare e quelle da evitare.
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Ci concentreremo sulle macchine di fascia alta installate in un ambiente professionale (come una tipografia*), visto che è difficile pensare che il proprietario di un iMac (G3/G4) ad uso casalingo non abbia già effettuato il passaggio.

Per prima cosa bisogna acquistare (o dedicare) un Hard Disk supplementare per l’installazione di Mac OS X, che in base alla configurazione hardware della macchina, può essere Panther, Tiger o Leopard. Questo ci permetterà una situazione di reversibilità nel caso ci fosse il bisogno di riavviare la macchina dal vecchio OS senza intaccare minimamente il contenuto dell’attuale disco di avvio.
Nel PowerMac esiste la possibilità di aggiungere, oltre al disco originale, almeno un altro HD e in alcuni modelli recenti se ne possono aggiungere addirittura altri 4 (1 sul bus principale, due sull’ATA aggiuntivo e uno su quello del masterizzatore) senza acquistare alcun controller su scheda PCI. È importante anche scegliere bene il “taglio” dell’HD, poiché alcuni modelli di PowerMac hanno un limite di supporto fissato a 128GB, dovuto al tipo di controller ATA installato sulla macchina, tale limitazione di riconoscimento dei dischi è scomparsa dal modello QuickSilver del 2002 in poi.

Una volta montato e formattato il secondo HD occupiamoci di verificare che il firmware della macchina sia aggiornato all’ultima versione rilasciata da Apple.
Questa operazione va eseguita con Mac OS 9.1/9.2.2 dal disco di avvio: bisogna leggere attentamente le istruzioni prima di eseguire il delicato aggiornamento.
Accertiamoci di avere a portata di mano tutto il software professionale che ci serve quotidianamente e verifichiamo che l’ultima versione dello stesso sia compatibile con la versione di Mac OS X che ci accingiamo ad installare. Verifichiamo che anche i Font che utilizziamo normalmente siano in ottime condizioni ed approfittiamo per farne una copia da qualche parte dopo averli riparati con un software specifico come FontDoctor for Macintosh, del quale esiste la versione per Mac OS 9 e Mac OS X. Consigliamo una buona dotazione di Ram, poiché le risorse richieste dal nuovo OS sono maggiori.

Per procedere all’installazione di Mac OS X dobbiamo anche sapere il tipo di configurazione di rete del nostro Mac, un’occhiata in pannello di controllo “Modem”, “Remote Access” e “TCP/IP” può essere utile in caso di emergenza, magari segnando i dati su un foglio. Anche la posta elettronica (server POP, server SMTP, indirizzo e-mail e password) ha bisogno di una configurazione manuale.
Si parte!
Inserite il CD (o DVD) di Mac OS X nel Mac e spegnete la macchina.
All’avvio tenete premuto il tasto C sulla tastiera originale (collegata direttamente alla macchina e non attraverso HUB o prolunghe USB) finchè non compare la mela grigia al centro dello schermo e vedrete caricarsi il programma di installazione.
Mac OS X ci proporrà la scelta della lingua, è il caso di selezionare l’italiano e di proseguire nell’installazione.
Selezioniamo l’HD sul quale installare Mac OS X e spuntiamo in “Opzioni” la modalità “Inizializza e installa” cancellando tutti i dati presenti sul nuovo HD, che dovrebbe essere già vuoto. Se per sbaglio selezioniamo l’HD vecchio siamo rovinati!
Nel pulsante “Ad Hoc” abbiamo la possibilità di personalizzare l’installazione di Mac OS X, per conto mio consiglio sempre di non installare le lingue e i font aggiuntivi, ma questa è una scelta atta “solo” a ridurre spreco di spazio (e tempo).

L’installazione può durare dai 20 minuti ad un’ora, in base alla velocità di lettura del CD/DVD e alla velocità di scrittura dell’HD, abbiamo così il tempo di prenderci una pausa.
Al termine viene chiesto il riavvio, ed il Mac ripartirà dal nuovo Sistema Operativo. Se non ci sono problemi entro qualche minuto dovrebbe partire la sigla introduttiva e l’assistente di configurazione.
Ci verranno chieste delle informazioni relativamente semplici, come la nazione, il fuso orario, il tipo di tastiera etc.
Quando ci verrà chiesta tutta la nostra situazione anagrafica possiamo tranquillamente saltarla con un Mela+Q (a proposito, la Mela adesso si chiamerà definitivamente Command) e selezionando “ignora” proseguiamo alla configurazione.
Ci verrà chiesto di inserire un nome amministratore, un nome breve ed una password.
L’ideale sarebbe mettere come amministratore il proprietario (per esempio Tipografia) e come nome breve l’operatore o il reparto (per esempio Giuseppe o Prestampa), teniamo a mente che i caratteri verranno visti precisamente dal Sistema, essendo sensibile alla differenza tra Maiuscole e Minuscole. La password è importante che sia facilmente reperibile dall’amministratore, poiché verrà richiesta in più occasioni.

Una volta creato l’account dovremo inserire la informazioni di rete (che abbiamo segnato prima) e rispondere alle domande dell’assistente. In caso di una rete con server DHCP non ci sarà bisogno di nessuna configurazione, verrà rilevata automaticamente.
Quando verrà richiesto l’ID Apple potremo “skippare” anche questo passo, se non ne abbiamo uno.
Dopo aver cliccato su “Fine” vedremo comparire la nuova scrivania, con in alto a destra l’icona dell’HD e subito sotto il vecchio disco rigido. È buona norma attendere 10 minuti prima di cominciare ad usarlo, permettendo al Sistema di costruire l’indice di Spotlight (nel caso di Tiger e Leopard), la cache e l’associazione file/applicazioni.
Quando la lente di Spotlight (in alto a destra) avrà finito di lampeggiare è il caso di fare un salutare riavvio e procedere all’aggiornamento software (Pannello Aggiornamento Software dal Menù Mela in alto a sinistra), se il Mac è connesso ad Internet verrà proposto una corposa serie di update da eseguire senza indugio, e ci verrà richiesta la password di amministratore per eseguirlo.
Dopo il riavvio, solitamente imposto dopo un importante aggiornamento software, possiamo procedere alla configurazione di Mail, dove un assistente ci guiderà nell’inserimento dei dati sul nostro indirizzo di posta elettronica, il nome del server POP e del server SMTP e la password di accesso alla nostra e-mail.

Adesso possiamo procedere all’installazione del nostro software professionale, inseriamo i dischi di installazione e seguiamo le istruzioni allegate al pacchetto software.
Solitamente installare una Suite Adobe richiederà un’oretta, ed il tempo speso per installare Quark XPress o contattare il servizio assistenza può richiedere anche un pomeriggio intero. Prepariamoci al peggio.
Non spaventiamoci per la latenza e l’impressione di lentezza del nuovo Sistema, in effetti la nostra macchina è vecchia ed il Sistema è recente, d’altronde se prima il nostro motore 1000 cc. doveva spingere una Fiat Uno, adesso deve spostare una Mercedes.
Al termine delle installazioni verifichiamo l’esistenza di aggiornamenti lanciando Adobe Updater o il controllo aggiornamenti dei vari software, di solito presente nel Menù Aiuto o nelle preferenze di ogni applicazione. Consultare il manuale o l’Aiuto dei programmi può farci risparmiare tempo prezioso. Una serie di brevi tutorial altamente professionali sono dedicati ai professionisti proprio sul sito Apple nella sezione Pro.
Per la gestione dei Font affidiamoci a Libro Font solo se i nostri Font aggiuntivi sono pochi, nel caso di una tipografia o uno studio grafico è indispensabile appoggiarci a un software specializzato come FontAgent Pro 4, degno sostituto (e in parte erede) del buon vecchio ATM di Adobe (Suitecase di Extensis se non lo abbiamo usato prima continuiamo ad ignorarlo).

Queste poche regole che seguono vi permetteranno di affrontare con serenità il passaggio al nuovo Sistema Operativo.


Regole fondamentali per chi passa da Mac OS 9 a Mac OS X

• Per navigare usare Safari, se qualche sito crea difficoltà usare Firefox.

• Imparare l’uso del tasto destro, se il mouse non ne è dotato basta premere il tasto CTRL prima e durante il click

• Personalizzare l’interfaccia solo in base alle proprie necessità, non farsi prendere la mano dai “nuovi” effetti grafici.

• Tutti gli strumenti che prima erano nel Menù Mela, adesso probabilmente si trovano in Preferenze di Sistema.

• Utilizzare sempre una sana politica di Backup, gli HD si possono anche rompere fisicamente.

• Affidarsi ad un UPS (gruppo di continuità) per preservare l’integrità dell’hardware.

• Non rinominare le cartelle (contenute originariamente) all’interno di Macintosh HD.

• Non spostare il contenuto delle cartelle originarie all’interno di Macintosh HD.

• Non modificare i permessi a nessun folder/documento vecchio e/o nuovo.

• Munire ogni documento di Mac OS 9 della sua estensione nativa
(nome file.JPG, nome file.TIF, nome file.FH9, nome file.qxd, etc.)

• Non utilizzare “punti” (.) o caratteri “speciali” all’interno del nome file.

• Non generare nome file troppo lunghi (con Mac OS X è possibile utilizzare fino a 255 caratteri)
se si ha intenzione di utilizzarli con software obsoleti (come Freehand MX).

• Non utilizzare software in emulazione se esiste la versione aggiornata per Mac OS X,
tant’è che Classic non è più supportato sui Mac Intel (e sui PPC da Leopard in poi).

• Se la macchina ha più di 5 anni non chiedetele troppo, datale soltanto un po’ di tempo in più.

• Non importare troppi Font se non sono indispensabili, ed utilizzare solo FontAgent per installare e rimuoverli.

• Settimanalmente verificare la presenza di update Apple tramite il pannello Aggiornamento Software nel Menù Mela.

• Mensilmente eseguite una verifica dei Permessi del Disco con Utility Disco, ed eventualmente procedete alla riparazione.

• Mac OS X si occupa da solo della manutenzione, spesso di notte. Non utilizzare software esterni per la manutenzione piuttosto lasciatelo acceso per un weekend (impostando il risparmio energia in maniera che non vada mai in stop).

• Accertarsi che lo spazio libero sul disco non sia mai inferiore al 10% della sua capacità.

In casi di panico o successivi ripensamenti ricordiamoci che in qualunque momento sarà possibile selezionare da Preferenze di Sistema>Disco di Avvio il vecchio Macintosh HD per ripartire da Mac OS 9 come nulla fosse accaduto.
—Oracle

* A differenza di quello che possano pensare gli utenti meno esperti, una tipografia è un ambiente estremamente professionale, che affronta quotidianamente centinaia di problematiche differenti.
Non a caso in qualsiasi centro stampa professionale l’utilizzo del Macintosh è inevitabile.

2 commenti a “Passare da 9 a X: sempre più difficile”

  1. Possiedo un buon “vecchio” PowerBook G4 dal’Aprile del 2004.
    Dopo l’acquisto di un iPhone ho dovuto upgradare da Phanter a Leopard.
    Purtroppo ho perso svariate cose nel processo che sembrava essere andato liscio:
    1) completamente cassato iPhoto, non parte più;
    2) la stampante non và più col wifi;
    3) Photoshop stessa storia di iPhoto;
    4) GoogleEarth non parte più nemmeno lui;
    5) tutti gli account di posta sono rimasti intatti meno che il mio principale in entrata, in uscita c’è ancora tutto.
    questo quello che ho scoperto fino ad ora, spero di non avere altre sorprese.
    Qualcuno sà come ripristinare le applicazioni mancanti?

    Adesso comunque il disco è arrivato alla saturazione di 50 GB dei 60 complessivi.
    Credo di volermi comprare un HD esterno, backuppare il necessario e ricominciare da capo.

    grazie, a presto…

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