lopes.giuseppe ha scritto:Il problema è un pò più complesso di così... Tremonti ha detto no allo stanziamento di fondi alla cultura in finanziaria, dovo aver a lungo combattuto, con il patto di stabilità, per mantenere minimo (ma non fisiologico) il livello di budget da destinare alla pubblica arte e cultura.mauropasha ha scritto:bah... pare che il sig dott. commercialista, nonché ministro dell'economia dello stato libero di Bunga Bunga, abbia detto "niet" alla richiesta di fondi per la cultura (in senso lato), argomentando che "con la cultura non si mangia".
Ad ogni buon conto, il problema della cultura in italia è che non è una azienda produttiva.
Una azienda si valuta non soltanto dal suo patrimonio, ma anche (ed oggi soprattutto) con la capacità di produrre ricchezza. Pompei costa più di quanto raccolga, e questo per quanto possa apparire blasfemo e incomprensibile, per un commercialista è l'alt più evidente ad una politica di gestione.
Per altro io dare più responsabilità a Bondi per non aver avuto la sufficiente leva decisionale con il suo collega ministro al fine di convincerlo a mettere un articolo riferito agli stanziamenti per patrimonio artistico.
Non vuole essere la difesa per nessuno, anzi vorrei fosse proprio un attacco, però è inconcepibile che l'italia affidi all'EPT la valorizzazione e lo sfruttamento del patrimonio artistico.... è nu scuorn!
GL
Se vendessimo in blocco Pompei a qualche stato straniero, risolleveremmo le esauste finanze nazionali, si rappacificherebbero i politici finalmente con nuovi fondi da spartirsi, Pompei, pur non più nostra risorgerebbe a nuova vita e faremmo guadagnare fior di miliardi di euro allo stato compratore.
Lui si che saprebbe far rendere Pompei non ostanti gli alti costi dei restauri e delle manutenzioni.
Scommettiamo?
Per quanto riguarda il dott. commercialista, lui si che mangia...
e si vede!