fragrua ha scritto: ↑mar, 09 giu 2020 21:30
... mi ha fatto tornare 14enne...
A me 35enne.
Avendo già un'agenzia di pubblicità, comprai delle quote di un laboratorio di prestampa.
Visto che spendevo molto in tipografia, recuperavo parte della spesa con l'investimento.
Fino ad allora conoscevo i caratteri nei cataloghi tipografici e usavo i trasferibili Letra, crenando a vista.
Quindi ne sapevo molto poco.
Nel laboratorio avevamo una Compugraphic.
Allora c'erano solo quelle e le Linotype, di elettroniche.
Le prime macchine computerizzate per composizione.
Avevamo il software per sole 36 famiglie di caratteri.
Ed erano carissime, in seguito ne comprammo altre.
Si stampavano strisce su carta fotografica autopositiva.
Si impaginava sui tavoli retroilluminati, seguendo i menabò.
Con la paraffina a caldo, lancette, fili autoadesivi, tipometri, lentini ed altri strumenti oggi in disuso.
Su fogli di triacetato, poi si sviluppavano le pellicole negative per gli stampatori.
Dovetti per forza e con piacere farmi una cultura nel campo.
Fino ad allora molto superficiale.
Ma mai tanto come i due esperti veri sopra.
Che seguo con interesse e ammirazione.
Scusate la digressione...